I SANTI CRISTIANI

ARTICOLI SUI SANTI CRISTIANI

domenica 25 luglio 2010

IL MARTIRIO DI SAN GIACOMO IL MAGGIORE


STUDIO BIBLICO

IL MARTIRIO DI SAN GIACOMO IL MAGGIORE








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ATTI DEGLI APOSTOLI : 12, 1-25

Erode fa uccidere Giacomo e fa imprigionare Pietro

1In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare la chiesa per colpire alcuni suoi membri. 2Fece uccidere Giacomo, fratello di Giovanni. 3Accortosi che gli Ebrei erano contenti, ordinò anche l'arresto di Pietro, proprio durante le feste di Pasqua.
4Erode dunque fece arrestare Pietro e lo gettò in prigione. Pensava di fare il processo pubblico dopo le feste pasquali: intanto comandò a quattro squadre di quattro soldati ciascuna di sorvegliare il prigioniero.
5Mentre Pietro stava in carcere, la chiesa pregava intensamente Dio per lui.

Pietro liberato dal carcere
6Si avvicinava il giorno nel quale Erode voleva giudicare Pietro davanti al popolo. La notte prima del processo Pietro dormiva tra due soldati, legato con doppia catena. Davanti alla porta della prigione le sentinelle facevano la guardia. 7Quand'ecco, improvvisamente, si presentò un angelo del Signore e la cella si riempì di luce. L'angelo toccò Pietro, lo svegliò e gli disse: "Svelto, àlzati!". E subito le catene, caddero dai polsi di Pietro. 8Poi l'angelo continuò: "Mettiti vesti e sandali". Pietro ubbidì. Infine l'angelo gli disse: "Ora prendi il tuo mantello e vieni con me".
9Pietro lo seguì fuori dal carcere, ma non si rendeva conto di quello che l'angelo faceva e di ciò che stava succedendo. Gli sembrava che non fosse vero: credeva di avere una visione.
10Pietro e l'angelo attraversarono i primi due posti di guardia. Poi arrivarono al portone di ferro che portava in città. Il portone si aprì davanti a loro, ed essi uscirono. Camminarono un po' in una strada, e all'improvviso l'angelo scomparve. 11Allora Pietro si rese conto di quello che stava accadendo e disse: "Ora capisco: è proprio il Signore che ha mandato il suo angelo per liberarmi dal potere di Erode e da tutto il male che il popolo voleva farmi".
12Rimase un po' a pensare, poi andò verso la casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco. Là si erano riuniti molti cristiani per pregare insieme. 13Pietro bussò alla porta d'ingresso, e una ragazza che si chiamava Rode venne ad aprirgli. 14Essa riconobbe subito la voce di Pietro e per la gioia non pensò neppure di aprire la porta ma tornò indietro e riferì che Pietro era là fuori. 15Ma gli altri le dissero: "Tu sei matta".
La ragazza però insisteva e diceva che era proprio vero. Allora le dissero: "Sarà il suo angelo".
16Pietro, intanto, continuava a bussare alla porta. Quando finalmente gli aprirono, videro che era proprio lui e rimasero sbalorditi. 17Ma Pietro con la mano fece segno di tacere: poi raccontò in che modo il Signore lo aveva liberato dal carcere. Alla fine disse: "Fatelo sapere a Giacomo e agli altri fratelli". Poi uscì e se ne andò altrove.
18Quando fu giorno, tra i soldati ci fu grande agitazione: tutti domandavano che cosa era accaduto di Pietro. 19Erode lo fece cercare con cura ma non riuscì a trovarlo. Allora processò le guardie e ordinò di ucciderle. In seguito Erode lasciò la regione della Giudea e si stabilì a Cesarèa.

La morte di Erode
20In quel tempo Erode era in forte contrasto con gli abitanti di Tiro e Sidone. Essi si misero d'accordo e vennero da lui. Avevano ottenuto anche l'appoggio di un certo Blasto, che era addetto agli affari del re. Volevano la pace perché avevano bisogno di importare viveri dal paese del re.
21Nel giorno stabilito per l'incontro, Erode indossò il manto regale, si sedette sul trono e cominciò a fare un discorso tra gli applausi del popolo. 22La gente gridava: "È un dio che parla, non un uomo!".
23Ma improvvisamente un angelo del Signore colpì Erode perché aveva preso per sé la gloria che è dovuta solo a Dio. Egli mori, divorato dai vermi.

Bàrnaba e Saulo ricevono un nuovo incarico
24La parola di Dio si diffondeva sempre di più e il numero dei credenti cresceva. 25Intanto Bàrnaba e Saulo portarono a termine il loro incarico a Gerusalemme. Ritornarono ad Antiòchia e condussero con sé anche Giovanni Marco.



Note Capitolo 12.

12,1 Erode: si tratta di Erode Agrippa I, nipote di Erode Antipa; regnò su tutta la Palestina a partire dall'anno 41.


12,2 Giacomo: è il "fratello del Signore", uno dei principali responsabili della chiesa di Gerusalemme (vedi Atti 15,13; vedi Galati 1,19; vedi 2,9).


12, 11 Quella di Pietro dal carcere è una liberazione straordinaria, ed è opera di Dio che interviene a favore di Pietro ora come interverrà più tardi per Paolo (cfr. 16, 25-26).


12,23 un angelo del Signore colpì Erode: anche Giuseppe Flavio, lo storico ebreo dell'epoca, riferisce il carattere improvviso e strano di questa morte, avvenuta nel 44 d.C. (vedi Daniele 5,20).
http://www.labibbia.org/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Atti_degli_Apostoli&Capitolo=12






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venerdì 23 luglio 2010

SANTA MARIA DI MAGDALA TUTTA LA VERITA'-PRIMA PARTE


STUDIO BIBLICO




SANTA MARIA DI MAGDALA TUTTA LA VERITA' (Prima parte)

A cura di Martino Gerber, Giuliano Lattes e Simone Oren studiosi biblisti

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Introduzione
In questi ultimi anni le librerie di tutto il mondo si stanno riempendo di libri scandalosi
riguardo a S.M.Maddalena, tutto è nato dall'equivoca interpretazione dei Vangeli gnostici,
non Vangeli apocrifi mediovali, quelli non hanno fatto nascere scandali, essendo una
rielaborazione romanzata dei Vangeli Sinottici.
I Vangeli gnostici erano conosciuti anche dai Padri della chiesa, ma non ci sono scandali,
per il fatto che lo gnosticismo rende Gesù completamente divino e trascendente.
C'erano molte sette gnostiche, diverse tra loro, e molte praticavano riti sessuali,
c'erano anche dei vangeli gnostici con riti sessuali, ma tutto questo era di fonte
eretica, eretici che di cristiano non avevano neppure il nome, e la loro religione era pagana
ed esoterica, piena di magia, ermetismo ed alchimia, tutte cose condannate dal cristianesimo.
Dopo il ritrovamento di alcuni vangeli gnostici come quelli trovati in Egitto a Nagh-Hammadi nel 1945,
sono iniziati a comparire delle teorie riguardo presunti scandali tra Gesù e S.M.Maddalena.
Questo avviene per la totale ignoranza della corrente gnostica, e cattiva interpretazione di testi.
Dividiamo lo studio in due parti, la prima descrive S.M.Maddalena nella religione cristiana,
la seconda nella corrente eretica gnostica.

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(Prima parte)

S.M.Maddalena nei Vangeli Canonici, nei Vangeli Apocrifi, neIla Tradizione Cristiana e nella Leggenda.

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SANTA MARIA DI MAGDALA NEL NUOVO TESTAMENTO

S.M.Maddalena nel Nuovo Testamento viene citata solo nei Vangeli,
si tratta di una delle pie donne che seguivano Gesù, erano tante; Luca 8: 1-3;
Marco 15: 40-41; Matteo 27: 55-56. Le pie donne erano pittosto donne anziane,
o vedove, infatti era costume allora che le donne si sposassero adolescnti,
e restavano in casa ad accudire la casa e crescere i figli, poi in tarda età quando
i figli erano sistmati, rimanvano sol o vedove, avevano tempo a dedicarsi ad opere
pie e religiose,come la profetessa Anna che serviva al Tempio; Luca 2: 36-38.

S.M.Maddalena come altre pie donne che seguivano Gesù, era stata una miracolata,
esattamente essendo posseduta da 7 demoni Gesù l'aveva esorcizzata e guarita;
Luca 8: 1-3
1In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio.

2C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala,

dalla quale erano usciti sette demòni, 3Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.

Marco 16: 9-Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni.

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S.M.Maddalena dai Vangeli risulta chiaro che si tratta di una donna della città di Magdala, situata sulle sponde del lago Tiberiade in Galilea,

ed è diventata discepola di Gesù, quasi all'inizio della sua missione, ed insieme ad altre anziane, ha seguito Gesù fino a Gerusalemme,

divenendo testimone della sua morte, resurezzione ed ascenscione.

Vediamo che per ignoranza la chiesa latina e precisamente nel 591 il papa S.Gregorio Magno ( 540-604), S.M.Maddalena è stata unita ad altre

donne del Vangelo formandone un unica persona; quindi secondo la chiesa latina S.M.Maddalena sarebbe anche la peccatrice anonima;

Luca 7: 36-50, e perfino una S.Maria di Betania sorella di Lazzaro; Luca 10: 38-42; Giovanni 11: 1-44, non solo queste qualcuno ha identificato

S.M.Maddalena anche con l'adultera; Giovanni 8: 1-11.

Quanta confusione ed ignoranza, infatti mentre S.M.Maddalena è stata guarita, la peccatrice anonima è stata pedonata,

mentre S.M.Maddalena è galilea, S.Maria di Betania è giudea, e quando Gesù si reca in Giudea e viene ospitato da S.Marta

di Betania, S.M.Maddalena era venuta in Giudea con Gesù dalla galilea; Luca 23: 55-24:10.

L'adultera, la incontriamo a Gerusalemme nl periodo che precede la Passione; Giovanni 8: 1-11.

Sono quindi persone diverse, e farle divenireun unica persona, ha alterato la loro identità,

vediamo che S.M.Maddalena e S.Maria di betania vengono prese per peccatrici, si prostitute ed adltere!

Tutto questo è blasfemo, ma vediamo che nella chiesa orientale quest donne hanno mantnuto la loro identità,

e vengono ricordate in date diverse.

Vediamo che dopo il Concilio Vaticano II, nel 1969 la chiesa cattolica ha separato queste diverse donne, e ora S.M.Maddalena

non viene più considerata la peccatrice anonima, e nemmeno S.Maria di Betania e l'adultera.

Ma la chiesa cattolica per lungo tempo non ha voluto dissociare S.M.Maddalena dall atre donne, cosa che ancora continua

nella cultura cattolica, i cattolici ed anche alcuni protestanti continuano ad identificare S.M.Maddalena nella peccatrice,

e la trattano da prostituta, è difficile sdradicare legende popolari.

Veniamo a S.M.Maddalena, sppiamo che dalla galilea seguì Gesù fino a Gerusalemme, insieme a molte donne,

la incontriamo accanto la croce; Matteo 27: 55-56; Marco 15: 40-41; Luca 23: 55-56; Giovanni 19: 25.

Ancora S.M.Maddalena la incontriamo durante la dposizione di Gesù al sepolcro insieme alle altre pie donne;

Matteo 27: 61; Marco: 15: 46-47; Luca 23: 55-56;

Vediamo che S.M.Maddalena insieme alle altre pie donne tornano a casa a preparare gli aromi per la sepoltura di Gesù,

e poi il mattino del Sabato si recano al sepolcro dove hanno apparizioni di Angeli; Matteo 28: 1-8; Marco 16: 1-8; Luca 23: 56-24: 1-10.

Gesù apare risorto a S.M.Maddalena insieme a S.Maria di Giacomo Matteo 28: 8-10.

Gesù appare risorto a S.M.Maddalena Marco 16: 9,11; Giovanni 20: 1,18.

Pare che sia stata proprio S.M.Maddalena a vedere Gesù risorto per primo, possiamo dedurre che ne era degna,

amando ardentemente Gesù con un cuore puro:

Giovanni 20: 1-18

1Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". 3Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, 7e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. 10I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

11Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". 16Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! 17Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". 18Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.

Sicuramente S.M.Maddalena è stata testimone dell'Ascensione di Gesù insieme alle altre donne, alla S.V.Maria e agli Apostoli e discepoli; Atti 1 : 9-14.

Sicuramente S.M.Maddalena ha ricevuto anche lei lo Spirito Santo Atti 2: 1-4.

Dal Nuovo Testamento solo questo ci viene raccontato di S.M.Maria di Magdala.

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SANTA MARIA DI MAGDALA NEI VANGELI APOCRIFI

I Vangeli Apocrifi sono molto tardivi, pieni di errori storici e geograici, sono dei romanzi,
scritti per riempire la curiosità dei fedeli, i quali volevano sapere di più di quanto è detto
nei Vangeli Canonici.

I Vangeli apocrifi si dividono in quelli del'Infanzia, Passione, Apocalissi,Lettere e Atti.
S.M.Maddalena si trova menzionata nei Vangeli della Passione, citata con le altre
pie donne accanto alla croce, e al sepolcro.
Una bella descrizione di S.M.Maddalena che va a piangere sul sepolcro di Gesù,
la troviamo nel Vangelo di Pietro trovato nel 1886 ad Akhmim in Egitto.
Nel capitolo XII, 50-54, S.M.Maddalena si reca al sepolcro con le amiche a piangere,
poi nel capitolo XIII, 55-57, vediamo il sepolcro vuoto e l'apparizione di Angeli alle donne,
Racconto molto simile al Vanglo di Marco.
In un altro Vangelo della Passione; Il Libro della Resurrezione di Cristo dell'Apostolo Bartolomeo, del VII secolo,
vediamo che S.M.Maddalena è citata fra le donne al sepolcro, ma la prima apparizione
di Gesù avviene a sua madre Maria, stessa cosa avviene nel Vangelo di Gamaliele
del V secolo. S.M.Maddalena al sepolcro con le altre pie donne si trova pure nei frammenti copti,
del V secolo.

S.M.Maddalena a Roma

Il Viaggio di S.M.Maddalena a Roma, il primo documento a parlarne è il Vangelo di Nicodemo,
detto anche Atti di Pilato, del V secolo, dove viene raccontato che S.M.Maddalena è presso la croce,
insieme alle altre pie donne e alla S.V.Maria, tutte piangenti, ora S.M.Maddalena si rivolge al popolo,
dicendo che si recherà Roma, per accusare Pilato presso Cesare.
Un altro Vangelo Apocrifo che parla di S.M.Maddalena a Roma, appartiene al Ciclo di Pilato,
del X secolo, davvero molto tardivo, si tratta della Lettera di Tiberio a Pilato, dove Tiberio scrive a Pilato,
dicendo che una donna Maria Maddalena, gli ha riferito che lui avrebbe fatto crocifiggere Gesù.
Il viaggio di .M.Maddalena a Roma riappare poi nelle cronache bizantine e in altri documenti posteriori.
La leggenda del viaggio di S.M.Maddalena a Roma per accusare Pilato e i complici ritorna negli Scritti di Glykas,
XIII secolo, e del Cedreno, XI secolo, di G.Cinnamo e C.Menasse, XII secolo, di Niceforo Callisto, XIV secolo,
sono tutti documenti della Patrologia Greca, quindi bizantini e molto tardivi, senza alcun valore storico,
ma davvero leggendari, come è anche una leggenda bizantina quella dell'uovo rosso, riguardante Maria Maddalena,
che dopo la morte e risurrezione di Gesù, avrebbe approfittato della sua posizione per ottenere un invito a un banchetto dato dall'imperatore Tiberio.
Quando Maria incontrò l'imperatore, teneva un uovo nelle sue mani ed esclamò "Cristo è risorto!" Tiberio rise,
e disse che la resurrezione di Cristo dalla morte era probabile quanto l'uovo che teneva in mano diventasse rosso.
Prima che finisse di parlare, l'uovo nella sua mano diventò rosso, e la Maddalena potè così continuare a proclamare il Vangelo a tutta la casa imperiale.
Da questa leggenda è nata la tradizione delle uova pasquali.
Questo è quanto tramandano i Vangeli Apocrifi su S.M.Maddalena, niente altro, fra tanti errori e confusone,
come quella in cui S.M.Maddalena sarebbe persino la S.V.Maria stessa, citata in un frammento copto,
il 20° sermone di Cirillo di Gerusalemme, questo è caratteristico delle rapsodie egiziane.

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S.M.MADDALENA NELLA TRADIZIONE CRISTIANA


La tradizione più antica ritiene che il corpo di S.M.Maddalena è stato conservato prima a Efeso, poi a Costantinopoli; proprio a Efeso,
si credeva, che S.M. Maddalena aveva terminato la sua esistenza terrena, vivendo accanto alla S.V. Maria e a S.Giovanni.
L'Oriente ha sempre affermato che la S.M.Maddalena, "apostola degli apostoli", morì a Efeso.

La leggenda del suo viaggio in Provenza non è anteriore al IX secolo, e i suoi resti non vi furono riportati fino al XIII secolo, infatti in Francia prima si credeva che S.M.Maddalena era morta in Efeso come testimonia S.Gregorio Da Tours (538-594), che si recò ad Efeso per visitare il luogo dove visse la S.V.Maria, e trovandosi in quel luogo visitò anche la tomba
di S.M.Maddalena, e poi scrisse questo nei suoi libri.

S.Gregorio Da Tours,viveva in Francia e frequentava la corte dei Franchi di cui scrisse libri,
i Franchi sono i figli dei Merovingi, ora chi meglio di S.Gregorio da Tours, poteva saperre se S.M.Maddalena
visse in Francia oppure altrove ?

S.M.Maddalena era sepolta ad Efeso, ma nel 886 l'imperatore Leone il Filoso fece trasportare le sue reliquie a Costantinopoli.
Poi da Costantinopoli le reliquie furono trasportate a Marsiglia nel XIII secolo, per salvarle dal saccheggio saraceno.


I resti mortali di S.M.Maddalena sarebbero stati conservati anche a Senigalia, vicino Ancona,
nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma e nella chiesa di San Lazzaro a Costantinopoli, l’odierna Istanbul.
Non solo: ad Abbeville, in Francia, era conservato un cranio. Ad Aix-en-Provence una mascella.
A Colonia si trovavano due braccia e nella Cattedrale di Exeter un dito.
Tutto ciò ci fa capire la popolarità di S.M.Maddalena ma anche l’ossessione tutta medievale per reliquie e pellegrinaggi.

Il culto più antico rivolto a S.Maria Maddalena, risalente alla fine del IV secolo,
è quello che si svolgeva nei riti della Chiesa Orientle la seconda domenica dopo Pasqua,
chiamata "delle mirofore". In quel giorno si commemoravano le donne che il giorno dopo la crocifissione
e la morte di Gesù si recarono al sepolcro con gli unguenti per imbalsamarlo.
Tra le mirofore un ruolo importante l'aveva S.Maria Maddalena, colei che aveva visto Gesù risorto per prima.
Il culto di S.M.Maddalena si diffuse in occidente dopo il XI secolo, specialmente ad opera dell'Ordine dei Frati Predicatori.

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S.M.MADDALENA NELLA LEGGENDA

Durante il Medioevo regnava ignoranza e conusione anche presso i cristiani,

i quali scrivevano tantissime leggende, anche sulla vita dei Santi.

S.M.Maddalena non è stata risparmiata, anzi è una Santa sulla quale sono

nate tante leggende.

Rabano Mauro di Magonza ( 780-856), ha scritto un racconto su S.M.Maddalena:

"La vita di Maria Mddalena"

del tutto falso senza nessun fondamento storico.

S.M.Maddalena sarebbe la sorella di Marta e Lazzaro, ed insieme ad altri discepoli,

furono messi su una barca senza remi dai giudei. La barchetta approdò in Francia,

giunti a terra si dividero per andare ed Evangelizzare mentre S.Lazzaro si recò a Marsiglia,

S.Giuseppe D'Arimatea si recòin Britannia.

Da Rabano ha poi copiato il domenicano Jacopo da Varazze, che scrisse la Leggenda Aurea,

dove raccoglie moltissime vite dei Santi, tra il 1263-1273. Riguardo a S.M.Maddalena,

Jacopo scrive la stessa favola della barchetta senza remi che arriva in Francia,

e racconta che S.M.Maddalena compie anche dei miracoli.

Nella leggenda Aurea sono riportate altre menzogne riguardo S.M.Maddalena.

S.M.Maddalena prende il cognome dal castello Magdalo, era di nobile famiglia, discendente del re.
Il padre si chiamava Siro e sua madre Eucaria.
Viveva con i genitori, sua sorella Marta, e suo fratello Lazzaro,
erano ricchi ed avevano possedimenti a Magdala, Betania e Gerusalemme.
Vediamo che qui S.M.Maddalena non solo è confusa con S.Maria di Betania, ma anche con la peccatrice anonima.
S.M.Maddalena diventa peccatrice dopo che viene lasciata dal fidanzato,
che niente di meno sarebbe S.Giovanni Evangelista, il quale abbandona lei per seguire Gesù.
Vediamo poi che S.M.Maddalena si converte e si pente e si reca da Simone il lebbroso,
e unge Gesù con profumo, poi diventa sua discepola, a lei Gesù appare risorto.
Vediamo che la Leggenda Aurea si diffonde in Francia, e vediamo che mentre fino al

X secolo, non esisteva nessun luogo di culto verso la Santa, ecco che a partire dal 1050,

l’abbazia di Vézelay in Borgogna, dedicata alla S.V.Maria, custodita dalle suore,

viene dedicata a S.M.Maddalena, e viene custodita dai monaci benedettini.

A Vézelay, allora si cominciò a raccontare che li venivano custoditi le reliquie

di S.M.Madalena, ed iniziano così i pellegrinaggi.

La menzogna è tale riguardo la Santa, che un altro luogo in Francia St-Maximin in Provenza

incomincia verso il XII secolo a reclamare di possedere le reliquie, e rccontano anche

che S.M.Maddalena, sarebbe vissuta eremita presso la grotta di Sainte-Baume,

nuda coperta solo dai capelli, leggenda questa copiata dalla vita di S.Maria Egiziaca.

Quanta ignoranza e confusione e bestemmie, non è tutto, ecco che iniziano le contese,

tra Vézalay e St-Maximin, entrambi reclamano di possedere le reliquie di S.M.Maddalena,

ed entrambe producono falsi documenti, tutto questo avviene dentro la Chiesa Cattolica !

La leggenda continua, ecco che anche in un altro luogo francese Saintes-Maries-de-la-Mer,

in Provenza, si racconta che presso questo luogo è venuto lo sbarco di S.M.Maddalena,

insieme a S.Marta, S.Lazzaro, S.Maria di Giacomo, S.Maria Salome, S.Sidonio S.Massimino,

ed altri ancora. Poi verso il 1521 viene aggiunta S.Sara. Oggi ancora il popolo Rom venera

S.Sara-Kali, una Santa inventata tra ricordi dell'india, paganesimo e cristianesimo.

Questa leggenda di S.M.Maddalena in Francia è stata accettata dai cattolici come verità!

Questo dimostra che i cattolici preferiscono credere nelle favole invece delle Sacre Scritture.

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Bibliografia

Citazioni Bibbia interconfessionale

Vangeli Apocrifi; U.T.E.T, Marietti, Einaudi

Patrologia Latina e Greca

Leggenda Aurea

http://groups.google.com/group/studio-biblico?hl=it

SANTA MARIA DI MAGDALA TUTTA LA VERITA'-SECONDA PARTE


STUDIO BIBLICO



SANTA MARIA DI MAGDALA TUTTA LA VERITA' (Seconda parte)

A cura di Martino Gerber, Giuliano Lattes e Simone Oren studiosi biblisti

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Introduzione
In questi ultimi anni le librerie di tutto il mondo si stanno riempendo di libri scandalosi
riguardo a S.M.Maddalena, tutto è nato dall'equivoca interpretazione dei Vangeli gnostici,
non Vangeli Apocrifi mediovali, quelli non hanno fatto nascere scandali, essendo una
rielaborazione romanzata dei Vangeli Sinottici.
I Vangeli gnostici erano conosciuti anche dai Padri della chiesa, ma non ci sono scandali,
per il fatto che lo gnosticismo rende Gesù completamente divino e trascendente.
C'erano molte sette gnostiche, diverse tra loro, e molte praticavano riti sessuali,
c'erano anche dei vangeli gnostici con riti sessuali, ma tutto questo era di fonte
eretica, eretici che di cristiano non avevano neppure il nome, e la loro religione era pagana
ed esoterica, piena di magia, ermetismo ed alchimia, tutte cose condannate dal cristianesimo.
Dopo il ritrovamento di alcuni vangeli gnostici come quelli trovati in Egitto a Nagh-Hammadi nel 1945,
sono iniziati a comparire delle teorie riguardo presunti scandali tra Gesù e S.M.Maddalena.
Questo avviene per la totale ignoranza della corrente gnostica, e cattiva interpretazione di testi.
Dividiamo lo studio in due parti, la prima descrive S.M.Maddalena nella religione cristiana,
la seconda nella corrente eretica gnostica.

Seconda parte: Gnosticismo, Padri eresiologi, Nag Hammadi, S.M.Maddalena nei Testi Gnostici.

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LO GNOSTICISMO
Introduzione
Per parlare dello gnosticismo occorrono dei volumoni,
qui diamo qualche definizione per comprendere.
Lo gnosticismo fu un movimento religioso e culturale insieme,
diffusissimo dal I al IV secolo d.c., dall'attuale Iraq alla Siria, alla Turchia, alla Palestina,
all'Egitto, a Roma, a Lione, copriva non soltanto i paesi dell'Impero romano,
ma andava anche al di là. Non era un movimento omogeneo in quanto le
correnti gnostiche erano numerose e differenziate, mantenevano, tuttavia,
alcune linee fondamentali comuni. Gnosticismo deriva dal greco gnosis,
conoscenza, ma non ogni conoscenza è gnosticismo, la conoscenza dello
gnosticismo è rivolta all'origine dell'uomo e del suo mondo, ed è diretta alla
salvezza da questo mondo. Alla base dello gnosticismo c'è la descrizione
della creazione del mondo ad opera di un Demiurgo ingannato, e l'indicazione
di una via di salvezza mediante la gnosis, la conoscenza del proprio Io divino.
Per gli gnostici la gnosis era superiore alla fede.
Secondo lo gnosticismo questo mondo è separato dall'Essere supremo la Luce,
il male è proprio di questo mondo. Vi è una caduta dalla sfera divina nel mondo:
a cadere può essere un maschio, l'uomo interiore o Adamo, oppure una femmina,
Sofia. Il signore, il creatore di questo mondo, il demiurgo, detto Jaldabaoth,
proviene da un essere caduto dal quale ebbe pure una particella di luce dalla sfera
divina, particella che deve ritornare in patria: spesso costui è all'origine del male,
sua sorte è presentata in diversi modi, sempre è ignorante, e identificato col
Dio del Vecchio Testamento. L'Io dell'uomo appartiene alla sfera del divino ed è
espresso con la designazione del " Primo Uomo" nella sfera della Luce.
Con il termine " Primo Uomo", viene designato anche l'Essere supremo,
quindi l'identificazione tra la più intima essenza dell'uomo e il divino Uomo Primordiale,
il quale spesso viene identificato col Salvatore, per opera del quale gli uomini ottengono
la Salvezza. Nei sistemi gnostici cristiani il Salvatore è Gesù.
Lo gnosticismo esisteva prima ancora del cristianesimo, si trattava di una miscela di religione
pagana e miti greci, ermetismo, alchimia, esoterismo, magia e filosofia.
Molti documenti gnostici pagani poi succesivamente sono stati cristianizzati ma prima ancora
ci sono dei documenti gnostici misti ad elementi della religione ebraica.

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LO GNOSTICISMO ATTRAVERSO I PADRI ERESIOLOGI

I Padri eresiologi consideravano gli gnostici come i nemici pericolosi del Cristianesimo.
I Padri eresiologi più importanti sono; S.Ireneo di Lione, Clemente Alessandrino, Origene,
S.Ippolito Romano, ed S.Epifanio di Salamina.
Questi Padri nei loo libri hanno confutato tutte le eresie gnostiche, e da queste opere,
abbiamo un quadro di tutti i maestri gnostici e le loro dotttrine.
I maestri gnostici più importanti sono; Simone Mago, Saturnino, Carpocrate, Basilide,
Valentino. Le sette gnostiche più importanti sono; Naasseni, Sethiani e Barbelognostici.
I Padri eresiologi indicano come fondatore dell'eresia gnostica Simone Mago,
proprio quello citato in Atti 8: 11-24. Simone andava in giro a predicare portandosi con se
una donna, Elena, pare l'avesse presa da un bordello. Simone insegnava che questa Elena,
era il primo pensiero Ennoia, emesso da lui stesso, la madre di tutti, e tramite lei, lui aveva creato
angeli ed arcangeli, e tramite questi angeli è stato creato il mondo. Dopo Elena per invidia
era trattenuta in questo mondo dagli angeli, i quali ignoravano l'esistenza della Grande Potenza,
cioè Simone. Intanto le potenze emesse da Elena, gli inflessero ogni genere di offese,
affinché non tornasse da suo padre, fino al punto di rinchiuderla in un corpo umano,
e durante i secoli Elena, il primo pensiero trasmigrò in diversi corpi femminili e finì a fare la
prostituta in un bordello. Perciò la Grande Potenza, Simone, discese per assumere a sé lei,
Elena, liberarla dalle catene, e agli uomini egli accordò, la conoscenza di se stessi.
Si potrebbe andare avanti ancora, ma questo basta a dare un idea, solo aggiungiamo che i
discepoli di Simone praticavano la magia e dei riti sessuali.
Saturnino, un asceta di Antiochia insegnava che il Padre è da tutti sconosciuto,
è lui che ha fatto gli angeli, gli arcangeli, le potenze e le dominazioni,
da sette angeli fu fatto il mondo, L'uomo fu fatto dagli angeli, e poi ricevette dall'alto la scintilla divina.
Il Dio dei Giudei sarbbe uno dei sette angeli che fecero il mondo, questi angeli volevano eliminare il
loro padre, perciò venne Cristo a distruggere il Dio dei Giudei e a salvare i credenti, cioè coloro che
hanno la scintilla di vita. Cristo sarebbe un essere ingenerato ed incorporeo.
Sposarsi e generare figli è opera satanica, questa dottrina è comune a quasi tutti gli gnostici.
Carpocrate, visse all'epoca dell'imperatore Adriano (117-38), insegnava che il mondo fu creato dagli angeli,
esseri inferiori al Padre ingenerato, Gesù nato come gli altri uomini, possedeva un anima pura,
e ricordava le cose viste nelle regioni di Dio ingenerato, perciò gli fu mandata una forza affinché,
per mezzo di essa, potesse sfuggire ai creatori del mondo e ritornare a Dio.
Comunque i discepoli di Carpocrate e di suo figlio Epifane, praticavano magia e riti sessuali.
Basilide visse fino al tempo dell'imperatore Antonio Pio (138-61), ad Alessandria.
Basilide fu, il primo grande maestro gnostico cristiano, unendo correnti ellenistiche e cristianesimo.
Il sistema di Basilide: Dal Padre ingenerato è sorto l'Intelletto, da questo il logos,da questo il Pensiero,
da questo la Sapienza Sofia e la Forza, da Sofia e Forza sono venute le Virtù, gli Arconti, gli angeli,
dai quali è stato fatto il primo cielo e gli altri angeli, fino a 365 cieli, l'ultimo cielo, quello a noi visibile,
dove i suoi angeli sono creatori del mondo. Il capo di questi angeli è il Dio dei Giudei.
Per ovviare la rovina di tutti, il Padre mandò il primogenito, cioè l'Intelletto, che è chiamato Cristo.
Cristo era di natura apparente, e non patì, e sulla croce morì Simone il Cireneo, che Gesù aveva
trasformato in modo da assomigliare a lui, mentre lui risalì (deridendo tutti) a colui che lo aveva mandato.
Questo per far capire, ma si potrebbe andare oltre, comunque il figlio di Baslide, Isidorò continuò
gli insegnamenti del padre, i loro discepoli praticavano la magia e i riti sessuali.
Valentino, nacque in Egitto, dove completò la sua istruzione, e poi si recò a Roma sotto il vescovo
Igino (136-40), poi visse a Cipro. La dottrina di Valentino; la Divinità si presenta come una pienezza,
il pleroma, detta Preprincipio e Prepadre, invisibile, eterno, ingenerato, con lui era il Pensiero,
la Grazia, il Silenzio, dunque la controparte femminile. Si susseguono coppie gerarchizzate in una
gerarchia decrescente, si hanno così le prime quattro coppie Sizighie, la prima tetrade;
l'Intelletto-Unigenito, a sua voltà emanò il Logos, e con lui la Vita, dai quali emana la coppia composta
dall'Uomo e dalla Chiesa. Si giunge così alla grande ogdoade primordiale.
Le coppie maschio-femmina, rappresentano una allegoria nella quale l'elemento femminile esprime una qualità
inerente all'elemento maschile, e viceversa, onde risulta un unico essere bisessuato, allegoricamente;
l'Intelletto-Unigenito, Figlio è detto pure Padre.
Il mito di Sofia, l'Unigenito è l'unico a conoscere il Prepadre, e voleva far conoscere agli altri eoni la grandezza
del Prepadre, ma l'ultimo eone, la femmina Sofia, dimentica il suo posto, e volle conoscere l'infinito,
si sarebbe dissolta, se non fosse intervenuto il Limite-Croce, Sofia torna alla sua dimora, deponendo il desiderio,
detto Achamoth, che viene espulso dal pleroma, da questo desiderio parte di Sofia avrà origine il mondo,
il male, l'ignoranza. Per impedire la caduta di altri eoni, l'Unigenito emanò un altra coppia o sizighia,
Cristo-Spirio Santo, emessi per consolidare il pleroma. Intanto Achamoth, genera dei semi spirituali,
si tratta dei pneumatici che dovranno maturare e perfezionarsi quaggiù nel mondo, fino a quando entreranno
nel pleroma, come elementi femminili e si uniranno con gli angeli elementi maschili.
Valentino insegnava che Gesù era totalmente divino, tanto che il nutrimento dentro di lui non si corrompeva,
poiché egli non tollerava la corruzione.
Valentino ebbe moltissimi discepoli, fra i quali; Eracleone, Tolomeo, Marco, Teodoto e Bardèsane.
Valentino scrisse molti libri, ed anche i suo discepoli, vediamo che S.Ireneo di Lione dichiara che i discepoli di Valentino,
facevano passare come apostolci i loro scritti, ma erano bestemmie, e non avevano nulla di simile
ai quello che ci è stato tramandato dagli apostoli.

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Le sette gnostiche
La setta gnostica dei Naasseni o OfIti,traggono il loro nome dalla parola serpente,
nahas in ebraico e ofis in greco. La loro dottrina insegna che all'inizio c'è la luce,
il Padre o primo Uomo, dal quale precedette il Pensiero, suo Figlio, o Uomo-secondo,
sotto di loro c'era lo Spirito Santo, detta prima-Donna, sotto di essa i quattro elementi:
acqua, tenebre, abisso, caos. Dall'unione del primo e del secondo Uomo con la prima
Donna nasce il Figlio, cioè il Cristo, il terzo Uomo che con la Madre, va subito nell'eone
incorruttibile del Padre, vera e santa Chiesa.
La Donna, madre dei viventi, non potendo reggere le luci, le fece traboccare a sinistra,
questa potenza traboccata, conserva una rugiada di luce, ed è chiamata Prunico,
Sofia, Bisessuata, dai lei nasce un figlio, il quale generò altri sei figli;
cieli, potenze, autorità, angeli. Continua una lunghissima speculazione, simile
alle altre dottrine gnostiche. Il Cristo, unito a sua sorella Sofia, scese su Gesù
nel momento del battesimo. Dopo la risurrezione Gesù rimase 18 mesi con gli
Apostoli, ai quali insegnò i grandi misteri. L'uomo primordiale è additato come bisessuato,
quindi per i Naasseni, è cosa turpe l'unione sessuale, quindi sono una setta encratita,
che vieta i rappoti sessuali.
La setta dei Sethiani, fondata in Egitto, i Sethiani affermavano essere discendenti di Seth,
figlio di Adamo, e lo chiamavano Cristo. Secondo la loro dottrina, l'univrso fu creato dagli
angeli, non dalla potenza superiore. All'inizio vi furono due uomini dai quali derivano
Caino e Abele, a proposito dei quali sorse una lotta tra gli angeli che causò la morte
di Abele per mano di Caino; prevalse così la squadra degli angeli che avevano generato
Caino ed erano suoi sostenitori. Vista questa vittoria di Caino, la Potenza superiore,
la madre,pensò alla generazione di Seth: mise in lui il suo stesso seme superiore,
e una scintilla discesa dal cielo, perciò la generazione di Seth fu separata,
portata in alto come generazione eletta. Col passare del tempo, a motivo della loro
mescolanza e malvagità le due generazioni di Caino e di Abele, continuavano a lottare,
così la potenza superiore decretò il diluvio, affinché sopravvivesse solo la generazione di Seth.
Ma gli angeli introdussero nell'arca Cam che era della loro stirpe, e attraverso Cam continuò
il male sulla terra. Quindi sulla terra fu mandato Cristo, che sarebbe Seth stesso,
venuto miracolosamente.
Vediamo che questi sethiani inventano miti dal Vecchio Testamento, questo dimostra che
davvero c'erano diverse correnti gnostiche.
La setta dei Barbelognostici, alla base del loro sistema c'è un eone , che non invecchia mai,
in un Spirito verginale che chiamano Barbelo. Il Padre innominabile volle manifestarsi a
Barbelo, il Pensiero Ennoia si pose davanti a lui e domandò la Prima conoscenza.
Quando apparve la Prima conoscenza, esse domandarono ancora; alla loro domanda
apparvero l'Incorruttibilità e poi la Vita eterna. Barbelo si rallegrava di queste produzioni,
e dalla gioia concepì la Luce, dalla quale si generarono tutte le cose.
Il Padre vedendo la Luce e la rese perfetta, e questa luce la chiamano Cristo,
il quale volle come aiuto l'Intelletto. Poi il Padre emise la Volontà e il Logos.
Poi si formarono le sizighie; Pensiero Ennoia-Logos, Incorruttibilità-Cristo,
Vita eterna-Volontà, Intelletto- Prima conoscenza. Ancora le speculazioni continuano,
ma questo basta a far capire.
Ora se avete letto fino a qui, potete capire quante assurdità inventavano gli gnostici,
invece di convertirsi e seguire il Cristianesimo semplice e vero e santo, inventavano cose complicatissime,
difficili a capire e sopratutto false e blasfeme.

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I MANOSCRITTI DI NAG HAMMADI
I manoscrtti di Nag Hammadi furono scoperti in Egitto il 1945, sono stati una grande scoperta per il sapere dell'umanità,
e per lo studio dello gnosticismo. I documenti scoperti ci confermano, quello che hanno scritto i Padri eresiologi,
ma ci danno un quadro più ampio sullo gnosticismo. Si tratta di documenti interi,
vangeli, apocalissi,materiale che prima non era disponibile,
infatti i Padri eresiologi ci hanno trasmesso poco, e solo qualche brano intero.
I manoscritti di Nag Hamadi si dvidono in gnostici pagani ed ermetici, gnostici giudaici,
e gnostici cristiani, questi ultimi sono di varie correnti;
valentiniani, barbelognostici, sethiani,basilidiani, e naassseniani.
Prima ancora della scoperta di Nag Hammadi, ci sono state altre scoperte;
il Codice Askewianus 1772, e il Codice Brucianus 1769.
Il secolo scorso sono venuti alla luce tanti Papiri, molti in frammenti come il Papiro di Berlino.

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SANTA MARIA DI MAGDALA NEI VANGELI GNOSTICI TRASMESSI DAI PADRI ERESIOLOGI

Vediamo che i Padri eresiologi sono a conoscenza dell'importanza di S.M.Maddalena per gli gnostici.
Ecco cosa dice S.Ippolito Romano nel suo libro contro tutte le eresie; Refutatio VI: 36,4
"Maddalena+Gesù terreno, Cristo+Spirito Santo, Soter+Sofia.
Vediamo lo schema delle sizighie più importanti per certe correnti gnostiche.
S.Epifanio di Salamina nel suo libro contro tutte le eresie Panarion cita due vangeli gnostici,
Questioni di Maria, le Grandi e le Piccole. Le Grandi questioni riguardano un vangelo molto
blasfemo, dove la salvezza si ottiene tramite l'uso del seme maschile e unioni sessuali,
Gesù stesso sale sul mone con Maria (Maddalena), poi giunti sul monte, Gesù dopo aver
pregato, avrebbe formato una donna da un costato di Maria, e poi si sarebbe unito sessualmente con questa
nuova creatura, e prendendo il suo seme in mano avrebbe indicato con questo la via della salvezza,
Maria si spaventa difronte a questo rituale, ma Gesù la sgrida per la poca fede.
Questo brano si trova in; Panarion XXVI: 8, 1-3. Questo vangelo circolava presso gnostici che praticavano
il libertinaggio più sfrenato e stomachevole come; Nicolaiti, Stratiotici, Borboriti, Manichei.
Epifanio poi soltanto cita le Piccole questioni, molti studiosi pensano si tratti di Pistis Sofia.
Presso gli gnostici, S.M.Maddalena non è l'unica donna importante, vediamo che circolavano vangeli gnostici,
sotto il nome di altre donne, perfino c'erano sette sotto altre donne, tanto erano diffuse che li conosceva
anche il pagano Celso, ne parla Origene nel suo libro Contro Celso nel capitolo V,62; dove vediamo
che c'era la setta degli Arpocratiani, discepoli di Salomè, i discepoli di Marta, i marcelliani, discepoli
della maestra gnostica Marcella, ed anche i discepoli di Mariamme ( Maddalena).
Molto famosa nello gnosticismo era Salomè, la quale interroga Gesù su vari misteri, questo si trova
nel vangelo gnostico degli Egiziani citato da Clemente Alessandrino nel suo libro Gli Stromati,
capitolo III: 6,45; 9,63; 9,64; 9,66; 13, 91-93.
Questo vangelo apparteneva alle sette gnostiche encratite, che vietavano matrimonio e procreazione,
e praticavano la castità assoluta. Il Vangelo degli Egiziani viene citato anche da altri Padri;
Giulio Cassiano, S.Ippolito Romano e S.Epifanio di Salamina, e si trova in opere gnostiche come
nel libro di Teodoto gnostico.
Questo è quello che ci hanno tramandato i Padri eresiologi riguardo vangeli gnostici e S.M.Maddalena.

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S.M.MADDALENA NEL CODICE DI ASKEWIANUS

Il codice di Askewianus è chiamato così dal medico inglese A. Askew i quale lo aveva
comprato in una libreria di Londra. A.Askew era un collezionista di antichi manoscritti,
ed aveva una fornita biblioteca, dopo la sua morte il 1772, il Codice Askewianus è stato
conservato presso il British Museum.
Il Codice Askewianus, contiene il voluminoso trattato gnostico Pistis Sofia.
Pistis Sofia è stato scritto in Egitto verso il III secolo, si tratta di un lungo dialogo tra Gesù
ed i suoi Apostoli, ed anche quattro discepole, Maria madre di Gesù, Maria Maddalena,
Salome e Marta. Vediamo che proprio Maddalena è quella che più spesso prende la
parola, ben 67 volte. Maddalena può parlare francamente, poiché il suo cuore è rivolto verso
il regno celeste, più di tutti i suoi fratelli (c. 17). La sua posizione di privilegio, insieme con
quella della madre di Gesù e Giovanni, si estende anche nella vita futura (c. 96).
La sua origine, come quella della madre di Gesù, è pure superiore: la materia viene da Barbelo,
ma la sua forza luminosa è simile a quella della vergine di luce (c. 59). Ella intercede per gli altri discepoli,
specie quando costoro non riescono più a seguire l'esposizione profonda concernente il mistero
dell'ineffabile (c. 94). Il suo uomo della luce, cioè la pate di lei appartenente al regno della luce, è sempre
intelligente e desta, pronta ad interpretare le parole di Pistis Sofia. Ella chiede di tutto con precisione.
Lo stesso Gesù è stupito delle sue risposte. Ella è divenuta puro spirito ed egli, pieno di misericordia
per lei, le rivolge le più belle espressioni di lode. La parte svolta dalle donne, specie dalla Maddalena
non è gradita ai discepoli: essi si vedono menomati. Pietro è l'espressione del malcontento (cc 36. 146).
La Maddalena se ne accorge; vorrebbe sempre parlare, ma teme Pietro (c. 72).
Sorge così una tensione, presto sciolta da Gesù con il riconoscere i diritti delle donne, di chiunque cioè
è fervente e pieno dello spirito luminoso. Questo rispecchia la lotta tra la grande Chiesa rappresentata
da S.Pietro e le sette gnostiche rappresentate dalle donne con a testa Maddalena.
La presenza di Barbelo, indica un origine della setta dei Barbelognostici, comunque ci sono anche
elementi valentiniani ed altro genere specialmente ermetico, filosofico e pagano, ma sempre si tratta di gnosticismo egiziano.
Questo è quello che possiamo dire di S.M.Maddalena in Pistis Sofia.

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S.MARIA DI MAGDALA NEL CODICE DI BERLINO

Il Codice di Berlino, è designato come Papiro 8502, proviene dall' Egitto,
precisamente da Akhmìm e fu acquistato al Cairo nel 1896 da C. Reinhardt
per il Museo di Berlino, dove ora si trova. Esso inizia col Vangelo di Maria,
segue l'Apocrifo di Giovanni e poi La Sofia di Gesù Cristo, e infine gli Atti di Pietro.
S.M.Maddalena viene nominata in tutti i documenti tranne l'Apocrifo di Giovanni.
Tralasciamo gli Atti di Pietro, o Vangelo di Pietro, che appartiene ai Vangeli Apocrifi,
trattato nella prima parte del nostro studio.
Parliamo ora per primo del documento gnostico; La Sofia di Gesù Cristo, vediamo che
Gesù risorto, prima di salire al cielo, su un monte, dinanzi a dodici discepoli e sette donne,
fa un dialogo, rivelando importanti misteri, infine Gesù scompare e i discepoli vanno a predicare il Vangelo.
Maddalena la vediamo che insieme ad altri apostoli interroga Gesù.
Gli argomenti sono dottrine gnostiche, sul pleroma, Sofia, la missione di Gesù, sceso per
liberare le particelle di luce schiave della materia. Si tratta di gnosticismo egiziano.

Il Vangelo di Maria, in questo vangelo, Gesù risorto, lascia i suoi discepoli in grande turbamento.
Poi Maddalena ha una sua visione, dove Gesù gli comunica dei misteri. I discepoli non riescono
a crederla, specie Pietro, ma poi Maddalena viene creduta ed escono a predicare il Vangelo.
In questo Vangelo gnostico, viene detto che Madalena era molto amata da Gesù, amava lei più delle altre discepole.
La dottrina è quella gnostico-egiziana.
Questo è ciò che abbiamo su S.M.Maddalena nel Codice di Berlino.

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SANTA MARIA DI MAGDALA NEI MANOSCRITTI DI NAG HAMMADI

S.M.Maddalena la incontriamo in diversi documenti scoperti a Nag Hammadi;
La Sofia di Gesù Cristo di cui abbiamo parlato riguardo il Codice di Berlino,
Il Vangelo di Filippo, il Vangelo di Tommaso e Il Dialogo del Salvatore.

Il Vangelo di Filippo, iniziamo col dire che è un opera della scuola valentiniana,
precisamente di origine siro-egiziano, del III secolo, l'autore sembra essere
un giudeo-cristiano gnostico. L'autore non è l'Apostolo Filippo, ma il testo è stato chiamato
Vangelo di Filippo perché nel testo Filippo è l'unico Apostolo ad essere nominato (cap. 91).
I Padri eresiologi conoscevano però un vangelo gnostico sotto il nome di Filippo,
citato in Panarion XXVI: 13,2. Torniamo al testo trovato a Nag Hammadi, ha suscitato molte
polemiche proprio per come viene presentata Maria Maddalena in due distinti brani: 32 e 55;
32-Tre donne camminavano sempre con il Signore: Maria sua madre, la sorella di lei
e la Maddalena, la quale è detta sua compagna. Maria, in realtà, è sorella, madre e consorte di lui.

55-La Sofia detta sterile è la madre degli angeli; la compagna di Cristo è Maria Maddalena.
Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e la baciò più volte ( sulla bocca ).
Le altre donne, vedendo il suo amore per Maria, gli dissero: " Perché ami lei più di noi tutte ?"
Il Salvatore rispose loro: " Come mai io non amo voi come lei ?".

Specifichiamo che nel testo è usato un termine che non significa consorte in senso di moglie,
ma con il significato di compagna cioè sizighia. Infatti nel testo scritto in copto la parola
Koinonos con cui viene indicata Maddalena equivale a compagna, socia, amica,
mentre per indicare moglie e donna nel testo viene usato il termine Shime.
Vediamo che nel Nuovo Testamento, Koinonos e molto usato, un esempio;
Luca: 5,10-Giacomo e Giovanni sono compagni ( koinonos) di Simone.
Il bacio, nel testo non compare bocca, essendo il testo danneggiato, e proprio dove ci dovrebbe
essere bocca c'è un buco. Gl studiosi hanno messo sulla bocca, sembrava il termine più giusto.
Gli gnosici praticavano come rito il bacio , come è descritto nel paragrafo 31 del Vangelo di Filippo,
ed anche altrove come nella Letterea di Eugnosto: 7.

Il bacio sulla bocca in segno di saluto allora era praticato anche tra uomini come descrive;
I-Apocalisse di Giacomo: 31, 1-10; e II Apocalisse di Giacomo: 56,10-11.

Ora cerchiamo di spiegare questi passi 32 e 55 del Vangelo di Filippo;
32-La madre, la sorella e la consorte del Salvatore terreno sono per l'accezione gnostica
manifestazioni di un unica Maria.
55-Sofia è la madre degli angeli, cioè dei pianeti e delle costellazioni dello zodiaco.
A Sofia decaduta, che concepì senza il proprio compagno, fa capo il mondo materiale,
una specie di aborto. Perciò è detta sterile (paragrafo 36). Maria Maddalena rappresenta invece
per la gnosi, la quale ne fa la compagna di Cristo terreno, il prototipo dell'unione
perfetta tra Sofia celeste e il compagno, cioè tra l'immagine e il suo angelo.
Vedi anche; Refutatio VI: 36,4 "Maddalena+Gesù terreno, Cristo+Spirito Santo, Soter+Sofia.
Quindi Maddalena ha realizzato la sua perfezione ed è degna di formare un unione mistica
una sizighia con il Gesù terreno.

Vangelo di Tommaso, iniziamo col dire che questo ritrovamento ha risolto il problema del
Papiro Ossirinco trovato in Egitto nel 1897 e 1903, la parte dei Logia, che destavano dubbi
a quale vangelo potessero appartenere, non avendo carattere proprio gnostico.
Ma dopo il ritrovamento del Vangelo di Tommaso, sappiamo che questo testo come i Logia
del Papiro Ossirinco, sono testi gnostici del II secolo, scritti dalla setta dei Naasseni,
setta encratita. Molti punti del Vangelo di Tommaso sono simili alla dottrina dei Naassseni,
riportata da S.Ippolito di Salamina in Refutatio V: 6-11; dove si parla proprio del Vangelo
di Tommaso. Torniamo al testo di Nag Hammadi, Maddalena viene citata nell'ultimo brano, il 114;
Simon Pietro disse loro: Maria se ne vada da noi, ché le donne non meritano la vita !
Gesù rispose: Ecco, io la trarrò così da renderla uomo. Così anche lei diverrà spirito vivente,
simile a voi uomini. Ogni donna che si fa uomo entrerà nel regno dei cieli.
Questo brano va interpretato nella dottrina gnostica dell' androgine, per entrare nel regno
occorre diventare androgini, oppure sempliceme occore rinunciare alla sessualità.

Il Dialogo del Salvatore, un testo del II secolo, tipo gnostico-egiziano ed encratita, un testo molto danneggiato.
Maddalena nel testo è considerata la Donna che conosceva il Tutto, si trova fra gli Apostoli che ricevono
ordini da Gesù, e rifiuta le opere del genere femminile,cioè i rapporti sessuali e la procreazione.
Questo è tutto quello che dicono i Vangeli gnostici su S.M.Maddalena.

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Bibliografia;
Testi Gostici U.T.E.T
I Vangeli Gnostici Adelphi
Le Apocalissi Gnostiche Adelphi
Vangeli Apocrifi; U.T.E.T, Marietti, Einaudi

Patrologia Latina e Greca

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MARTA E MARIA DI BETANIA NEL NUOVO TESTAMENTO



MARTA E MARIA DI BETANIA NEL NUOVO TESTAMENTO


VANGELO SECONDO SAN LUCA : 10,38-42
[38]Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. [39]Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; [40]Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». [41]Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, [42]ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».



http://www.maranatha.it/Bibbia/5-VangeliAtti/49-LucaPage.htm





VANGELO SECONDO SAN GIOVANNI : 11,1-12,11
Risurrezione di Lazzaro
[1]Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. [2]Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. [3]Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato».

[4]All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». [5]Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. [6]Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. [7]Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». [8]I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». [9]Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; [10]ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». [11]Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». [12]Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». [13]Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. [14]Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto [15]e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». [16]Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

[17]Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era gia da quattro giorni nel sepolcro. [18]Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia [19]e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. [20]Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. [21]Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! [22]Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». [23]Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». [24]Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». [25]Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; [26]chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». [27]Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».

[28]Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». [29]Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. [30]Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. [31]Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». [32]Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». [33]Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: [34]«Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». [35]Gesù scoppiò in pianto. [36]Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». [37]Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».

[38]Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. [39]Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». [40]Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». [41]Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. [42]Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». [43]E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». [44]Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».

I capi Giudei decidono la morte di Gesù
[45]Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. [46]Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. [47]Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. [48]Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione». [49]Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla [50]e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». [51]Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione [52]e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. [53]Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

[54]Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.

L'avvicinarsi della Pasqua
[55]Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. [56]Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?». [57]Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo.



Giovanni - Capitolo 12

L'unzione di Betania
[1]Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. [2]Equi gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. [3]Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. [4]Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: [5]«Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». [6]Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. [7]Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. [8]I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

[9]Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. [10]I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, [11]perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.




http://www.maranatha.it/Bibbia/5-VangeliAtti/50-GiovanniPage.htm

MARIA DI BETANIA
VANGELO DI SAN MARCO : 14, 3-9







Una donna versa profumo su Gesù
(vedi Matteo 26,6-13; Luca 7,36-38; Giovanni 12,1-8)
3Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone, quello che era stato lebbroso. Mentre era a tavola, venne una donna con un vasetto di alabastro pieno di un profumo molto prezioso, nardo purissimo. La donna spaccò il vasetto e versò il profumo sulla testa di Gesù.
4Alcuni dei presenti, scandalizzati, mormoravano tra loro: "Perché tutto questo spreco di profumo? 5Si poteva venderlo per trecento monete d'argento e poi dare i soldi ai poveri!". Ed erano furibondi contro di lei.
6Ma Gesù disse loro: "Lasciatela in pace! Perché la tormentate? Questa donna ha fatto un'opera buona verso di me. 7I poveri, infatti, li avete sempre con voi e potete aiutarli quando volete, ma non sempre avete me. 8Essa ha fatto quel che poteva, e così ha profumato in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9Io vi assicuro che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato il messaggio del Vangelo, ci si ricorderà di questa donna e di quel che ha fatto".

Note

14, 3 Betània: vedi nota a cfr. 11, 1. - Mentre era a tavola: probabilmente era sdraiato secondo l'uso degli antichi. - nardo: pianta importata dall'India, da cui si ricavava un olio profumato molto prezioso.


14,8 sepoltura: gli Ebrei avevano l'abitudine di spalmare i cadaveri con unguenti e profumi.

http://www.labibbia.org/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Marco&Capitolo=14

http://groups.google.com/group/studio-biblico?hl=it



http://sites.google.com/site/lesacrescritture/Home/marta-e-maria-di-betania-nel-nuovo-testamento

Natività di San Giovanni Battista Profeta e martire




Natività di San Giovanni Battista Profeta e martire

24 giugno







Giovanni Battista è il santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli; non c’è si può dire, pala d’altare o quadro di gruppo di santi, da soli o intorno al trono della Vergine Maria, che non sia presente questo santo, rivestito di solito con una pelle d’animale e con in mano un bastone terminante a forma di croce.
Senza contare le tante opere pittoriche dei più grandi artisti come Raffaello, Leonardo, ecc. che lo raffigurano bambino, che gioca con il piccolo Gesù, sempre rivestito con la pelle ovina e chiamato affettuosamente “San Giovannino”.
Ciò testimonia il grande interesse, che in tutte le epoche ha suscitato questo austero profeta, così in alto nella stessa considerazione di Cristo, da essere da lui definito “Il più grande tra i nati da donna”.
Egli è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù, perché gli rese testimonianza ancora in vita. È tale la considerazione che la Chiesa gli riserva, che è l’unico santo dopo Maria ad essere ricordato nella liturgia, oltre che nel giorno della sua morte (29 agosto), anche nel giorno della sua nascita terrena (24 giugno); ma quest’ultima data è la più usata per la sua venerazione, dalle innumerevoli chiese, diocesi, città e paesi di tutto il mondo, che lo tengono come loro santo patrono.
Inoltre fra i nomi maschili, ma anche usato nelle derivazioni femminili (Giovanna, Gianna) è il più diffuso nel mondo, tradotto nelle varie lingue; e tanti altri santi, beati, venerabili della Chiesa, hanno portato originariamente il suo nome; come del resto il quasi contemporaneo s. Giovanni l’Evangelista e apostolo, perché il nome Giovanni, al suo tempo era già conosciuto e nell’ebraico Iehóhanan, significava: “Dio è propizio”.
Nel Vangelo di s. Luca (1, 5) si dice che era nato in una famiglia sacerdotale, suo padre Zaccaria era della classe di Abia e la madre Elisabetta, discendeva da Aronne. Essi erano osservanti di tutte le leggi del Signore, ma non avevano avuto figli, perché Elisabetta era sterile e ormai anziana.
Un giorno, mentre Zaccaria offriva l’incenso nel Tempio, gli comparve l’arcangelo Gabriele che gli disse: “Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore” e proseguendo nel descrivere le sue virtù, cioè pieno di Spirito Santo, operatore di conversioni in Israele, precursore del Signore con lo spirito e la forza di Elia.
Dopo quella visione, Elisabetta concepì un figlio fra la meraviglia dei parenti e conoscenti; al sesto mese della sua gravidanza, l’arcangelo Gabriele, il ‘messaggero celeste’, fu mandato da Dio a Nazareth ad annunciare a Maria la maternità del Cristo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi anche Elisabetta, tua parente, nella vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile; nulla è impossibile a Dio”.
Maria allora si recò dalla cugina Elisabetta per farle visita e al suo saluto, declamò il bellissimo canto del “Magnificat”, per le meraviglie che Dio stava operando per la salvezza dell’umanità e mentre Elisabetta esultante la benediceva, anche il figlio che portava in grembo, sussultò di gioia.
Quando Giovanni nacque, il padre Zaccaria che all’annuncio di Gabriele era diventato muto per la sua incredulità, riacquistò la voce, la nascita avvenne ad Ain Karim a circa sette km ad Ovest di Gerusalemme, città che vanta questa tradizione risalente al secolo VI, con due santuari dedicati alla Visitazione e alla Natività.
Della sua infanzia e giovinezza non si sa niente, ma quando ebbe un’età conveniente, Giovanni conscio della sua missione, si ritirò a condurre la dura vita dell’asceta nel deserto, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico.
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano, con l’annuncio dell’avvento del regno messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la penitenza.
Da tutta la Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al Giordano, accorreva ad ascoltarlo tanta gente considerandolo un profeta; e Giovanni in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita, immergeva nelle acque del Giordano, coloro che accoglievano la sua parola, cioè dava un Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati, da ciò il nome di Battista che gli fu dato.
Anche i soldati del re Erode Antipa, andavano da lui a chiedergli cosa potevano fare se il loro mestiere era così disgraziato e malvisto dalla popolazione; e lui rispondeva: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno e contentatevi delle vostre paghe” (Lc 3, 13).
Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore: “Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
E alla delegazione ufficiale, inviatagli dai sommi sacerdoti disse, che egli non era affatto il Messia, il quale era già in mezzo a loro, ma essi non lo conoscevano; aggiungendo “Io sono la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia”.
Anche Gesù si presentò al Giordano per essere battezzato e Giovanni quando se lo vide davanti disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo!” e a Gesù: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù: “Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia”.
Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò e vide scendere lo Spirito Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva: “Questo è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”. Da quel momento Giovanni confidava ai suoi discepoli “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 29-30).
La sua missione era compiuta, perché Gesù prese ad iniziare la sua predicazione, aveva formato il gruppo degli apostoli e discepoli ed era seguito da una gran folla; egli aveva predicato proprio per questo, preparare un popolo degno, che accogliesse Gesù e il suo messaggio di Redenzione.
Aveva operato senza indietreggiare davanti a niente, neanche davanti al re d’Israele Erode Antipa († 40 d.C.), che aveva preso con sé la bella Erodiade, moglie divorziata da suo fratello; ciò non era possibile secondo la legge ebraica, la “Torà”, perché il matrimonio era stato regolare e fecondo, tanto è vero che era nata una figlia Salomè.
Per questo motivo un giudeo osservante e rigoroso come Giovanni, sentiva il dovere di protestare verso il re per la sua condotta. Infuriata Erodiade gli portava rancore, ma non era l’unica; perché il Battesimo che Giovanni amministrava, perdonava i peccati, rendendo così inutili i sacrifici espiatori, che in quel tempo si facevano al Tempio, e ciò non era gradito ai sacerdoti giudaici.
Erode fece arrestare e mettere in carcere Giovanni su istigazione di Erodiade, la quale avrebbe voluto che fosse ucciso, ma Erode Antipa temeva Giovanni, considerandolo uomo giusto e santo, preferiva vigilare su di lui e l’ascoltava volentieri, anche se restava molto turbato.
Ma per Erodiade venne il giorno favorevole, quando il re diede un banchetto per festeggiare il suo compleanno, invitando tutta la corte ed i notabili della Galilea. Alla festa partecipò con una conturbante danza anche Salomè, la figlia di Erodiade e quindi nipote di Erode Antipa; la sua esibizione piacque molto al re ed ai commensali, per cui disse alla ragazza: “Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò”; Salomé chiese alla madre consiglio ed Erodiade prese la palla al balzo, e le disse di chiedere la testa del Battista.
A tale richiesta fattagli dalla ragazza davanti a tutti, Erode ne rimase rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente, non volle rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di Giovanni, che era nelle prigioni della reggia.
Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio e data alla ragazza che la diede alla madre. I suoi discepoli saputo del martirio, vennero a recuperare il corpo, deponendolo in un sepolcro; l’uccisione suscitò orrore e accrebbe la fama del Battista.
Molti testi apocrifi, come anche i libri musulmani, fra i quali il Corano, parlano di lui; dai suoi discepoli si staccarono Andrea e Giovanni apostoli per seguire Gesù. Il suo culto come detto all’inizio si diffuse in tutto il mondo conosciuto di allora, sia in Oriente che in Occidente e a partire dalla Palestina si eressero innumerevoli Chiese e Battisteri a lui dedicati.
La festa della Natività di S. Giovanni Battista fin dal tempo di s. Agostino (354-430), era celebrata al 24 giugno, per questa data si usò il criterio, essendo la nascita di Gesù fissata al 25 dicembre, quella di Giovanni doveva essere celebrata sei mesi prima, secondo quanto annunciò l’arcangelo Gabriele a Maria.
Le celebrazioni devozionali, folkloristiche, tradizionali, sono diffuse ovunque, legate alla sua venerazione; come tanti proverbi popolari sono collegati metereologicamente alla data della sua festa.
S. Giovanni Battista, tanto per citarne alcune, è patrono di città come Torino, Firenze, Imperia, Ragusa, ecc. Per quanto riguarda le reliquie c’è tutta una storia che si riassume; dopo essere stato sepolto privo del capo a Sebaste in Samaria, dove sorsero due chiese in suo onore; nel 361-362 ai tempi dell’imperatore Giuliano l’Apostata, il suo sepolcro venne profanato dai pagani che bruciarono il corpo disperdendo le ceneri.
Ma a Genova nella cattedrale di S. Lorenzo, si venerano proprio quelle ceneri (?), portate dall’Oriente nel 1098, al tempo delle Crociate, con tutti i dubbi collegati.
Per la testa che si trovava a Costantinopoli, per alcuni invece ad Emesa, purtroppo come per tante reliquie del periodo delle Crociate, dove si faceva a gara a portare in Occidente reliquie sante e importanti, la testa si sdoppiò, una a Roma nel XII secolo e un’altra ad Amiens nel XIII sec.
A Roma si custodisce senza la mandibola nella chiesa di S. Silvestro in Capite, mentre la cattedrale di S. Lorenzo di Viterbo, custodirebbe il Sacro Mento. Risparmiamo la descrizione di braccia, dita, denti, diffusi in centinaia di chiese europee.
Al di là di queste storture, frutto del desiderio di possedere ad ogni costo una reliquia del grande profeta, ciò testimonia alla fine, la grande devozione e popolarità di quest’uomo, che condensò in sé tanti grandi caratteri identificativi della sua santità, come parente di Gesù, precursore di Cristo, ultimo dei grandi profeti d’Israele, primo testimone-apostolo di Gesù, battezzatore di Cristo, eremita, predicatore e trascinatore di folle, istitutore di un Battesimo di perdono dei peccati, martire per la difesa della legge giudaica, ecc.


Autore: Antonio Borrelli



http://www.santiebeati.it/dettaglio/20300

Natività di San Giovanni Battista-24 Giugno


Natività di San Giovanni Battista-24 Giugno





Padri della chiesa
La nascita del precursore del Signore, come tramanda il Vangelo, fu illustrata da molti grandi prodigi, perché era conveniente che colui, del quale non c’è stato
“alcuno più grande fra i nati di donna”, eccellesse sugli altri santi per splendore di virtù già dalla nascita. I genitori, vecchi e a lungo sterili, esultano per il dono
della prole nobilissima; e al padre, che l’incredulità aveva reso muto, si scioglie la lingua per salutare l’araldo della nuova grazia. Né soltanto gli viene restituita
la facoltà di benedire Dio ma gli viene accresciuta la capacità di profetizzare su di lui. Perciò a ragione la Chiesa solo di Giovanni, fra tutti i santi, celebra la
nascita accanto a quella del Signore: […] fu ripieno infatti di Spirito Santo fin dal seno della madre; predicando, consacrò al Signore molti figli di Israele; venne
nello Spirito e nella potenza di Elia, prima del Signore, per insegnare al suo popolo, battezzandolo in acqua, a essere adatto a riceverlo quando apparisse […].
“Nell’ottavo giorno vennero a circoncidere il fanciullo e lo volevano chiamare col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre rispondendo disse: “No si
chiamerà Giovanni”. Questo significava che il sacerdozio della legge (= Zaccaria) tacitamente offriva testimonianza alla grazia nascente, perché dobbiamo
credere che nulla sia stato fatto o detto nell’antica legge che non abbia prefigurato la grazia del Vangelo.
Nel giorno della circoncisione, quando ricevette il nome di Giovanni “tutti i loro vicini furono presi da timore e nelle montagne della Giudea si parlava di questi
avvenimenti”. Così al tempo della resurrezione del Signore, quando discese lo Spirito e la gloria del suo nome fu manifestata al mondo, subito un salutare
timore colpì i cuori non solo dei giudei, ma anche delle genti straniere fino ai confini della terra. A ragione la circoncisione di Giovanni anticipa simbolicamente
la resurrezione del Signore perché come quella liberava dalla colpa, così questa ha manifestato la perfetta novità della vita immortale. Ma ascoltiamo che cosa
dice Zaccaria profetando: “Benedetto il Signore Dio d’Israele perché ha visitato e redento il suo popolo”. Il Signore ci ha visitato come un medico i malati,
perché per sanare l’infermità della nostra superbia ci ha offerto il nuovo esempio della sua umiltà; ha redento il suo popolo perché ha liberato a prezzo del suo
sangue noi che eravamo schiavi dell’antico nemico. Dice ancora: “Ci ha visitati sorgendo dall’alto, per illuminare quelli che giacciono nelle tenebre e nell’ombra
di morte, per dirigere i nostri passi sulla via della pace”. Ci ha portato la vera luce della sua conoscenza e ci ha mostrato il sicuro cammino per la patria celeste:
ci ha fatto camminare nella via della verità per farci entrare nella casa della pace eterna. E poiché oggi celebriamo la nascita del precursore, a lui, che
abbiamo accolto annunziatore della salvezza eterna, dobbiamo chiedere che ci ottenga di giungere alla luce, vita e verità a cui egli ha reso testimonianza,
Gesù Cristo, nostro Signore e Dio (Ven. Beda, Omelie sul vangelo, II, 20).

Altri autori cristiani
Come Elisabetta (1,41), anche Zaccaria fu pieno di Spirito Santo e quale profeta innalza a Dio la sua lode. Il suo canto, come quello di Maria, proclama l’agire
di Dio limitandosi al popolo d’Israele. Dodici verbi ne descrivono l’agire, e Dio, come nel canto di Maria, appare come il Signore, l’Onnipotente, il Misericordioso,
il Fedele, il Santo. Ogni frase, ogni concetto di questo meraviglioso inno è un richiamo all’Antico Testamento e il tutto offre una sintesi di quella storia.
Cinque strofe compongono l’inno. La prima e l’ultima coincidono: parlano del Salvatore e della salvezza. La seconda e la terza si richiamano nei concetti,
mentre i verbi ricordarsi (1,72) e giurare (1,73), che nell’ebraico hanno le stesse consonanti presenti nei nomi di Zaccaria ed Elisabetta, continuano un tema di
questo primo capitolo di Luca : l’agire di Dio è un agire fondato sull’alleanza e sulle promesse fatte ad Abramo. Infine la quarta strofa indica la realtà da cui si
parte: Giovanni, ormai nato, è il motivo della lode che Zaccaria eleva a Dio. Eppure egli non parla a nome suo, ma a nome di un popolo che, nel suo inno
appare come l’unico destinatario dell’agire di Dio. Per questo abbiamo iniziato il canto con Lodiamo, anche se letteralmente si dovrebbe tradurre Benedetto.
Tre sono i momenti qui ricordati: il presente, il passato, il futuro. L’esperienza umana e religiosa da cui si parte (IV strofa) è la presenza di Giovanni. Egli con il
suo nome annunzia che Dio fa grazia. Ora Zaccaria va al di là di questa realtà e vede oramai presente il Salvatore (I strofa). Certo la salvezza ancora non si è
realizzata, ma la certezza, assicurata dalla presenza di Giovanni, fa parlare il profeta al I passato. Poi si risale nel tempo (II strofa) e la storia d’Israele appare in
una luce nuova. La realtà presente da un senso a tutto il passato. Ora si può constatare che i profeti avevano ragione. Essi non hanno fatto altro che sostenere
la speranza d’Israele, e noi tutti, che ora ne riceviamo l’annunzio, possiamo confermare che il nostro Dio è un Dio fedele. Ma si può anche risalire oltre i profeti,
fino al padre Abramo, vissuto circa 1800 anni prima (III strofa). Dio gli aveva promesso di renderci (Zaccaria si sente parte di un popolo e della sua lunga storia)
liberi dal potere dei nostri nemici. Quante volte lo ha fatto Dio durante i secoli, ma ora lo fa in modo tutto nuovo e definitivo per rendere capaci tutti noi di vivere
nella giustizia e nella santità, cioè di condurre una vita onesta, fatta di fedeltà e tutta rivolta all’agire misericordioso di Dio (M. Galizzi, Vangelo secondo Luca,
Ed. Elledici, 50-51).
Giovanni Battista fa di tutto per non rischiare il culto della personalità tipico dei falsi profeti di ogni tempo: annuncia qualcuno più grande di sé, nonostante lui
fosse ritenuto grande dai suoi discepoli; conduce, inoltre, perlopiù una vita appartata per preparare la strada a Gesù. Nella vita di ognuno, specialmente per noi
“ristretti”, c’è bisogno di qualcuno nell’ombra e nella pazienza che ci prepara un futuro diverso dal passato che ci ha condotto in OPG: la conversione necessita
di un terreno predisposto, l’annuncio della salvezza deve trovare monti spianati e valli colmate. Ogni uomo ha bisogno di un proprio percorso di “preparazione”
e il Salmo ci mostra come il Signore lo abbia ben presente, considerando ogni uomo nella sua singolarità, per comprendere e leggere le nostre azioni e i nostri
cammini, fin nei particolari più minuti della vita (“viscere”, “ossa”, “quando seggo e quando mi alzo”). Abbiamo bisogno di essere considerati singolarmente e
intimamente; in noi c’è tanta voglia di dimostrare. Invece, spesso qui si soffre senza essere messi alla prova della conversione e della riconciliazione. Con
questo non intendiamo mischiare la giustizia terrena con quella di Dio, la cui messa alla prova è fin più dura, ma dire il bisogno di essere accompagnati nella
strada da percorrere. Nel confronto, infine, tra vecchio e nuovo testamento, l’Unto del Signore non conquista più le nazioni con guerre e potenza fisica, simile in
tutto a quella di ogni potente della terra, ma con la passione, morte e risurrezione, cioè con il superamento del paradigma del potere e il ribaltamento delle
aspettative degli uomini. Il modo di Dio nello stare accanto al suo popolo muta, radicalizzando quella vicinanza che ha sempre contraddistinto la storia di
Israele (Gruppo Degenti e Volontari Ospedale Psichiatrico).
Passi biblici paralleli
vv 57-58 Gn 21,2-3.6: Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era
nato, che Sara gli aveva partorito. Sara disse: “Motivo di lieto riso mi ha dato Dio: chiunque lo saprà sorriderà di me!”.
Nm 23,19: Dio non è un uomo da potersi smentire, non è un figlio dell’uomo da potersi pentire. Forse Egli dice e poi non fa? Promette una cosa che poi non
adempie?
Sal 113,9: Fa abitare la sterile nella sua casa quale madre gioiosa di figli.
Rt 4,14-17: E le donne dicevano a Noemi: “Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare un riscattatore perché il nome del defunto si perpetuasse
in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia; perché lo ha partorito tua nuora che ti ama e che vale per te più di sette figli”. Noemi
prese il bambino e se lo pose in grembo e gli fu nutrice. E le vicine dissero: “E’ nato un figlio a Noemi!”. Essa lo chiamò Obed: egli fu il padre di Iesse, padre di
Davide.
Is 66,9-10: Io che apro il grembo materno, non farò partorire?” dice il Signore. “Io che faccio generare, chiuderei il seno?” dice il tuo Dio. Rallegratevi con
Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa
Lc 1,13-14: Ma l’angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni.
Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita.
Rm 12,15: Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.
1Cor 12,26: Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
v 59 Gn 17,12: Quando avrà otto giorni, sarà circonciso tra di voi ogni maschio di generazione in generazione, tanto quello nato in casa come quello
comperato con denaro da qualunque straniero che non sia della tua stirpe.
Gn 21,3-4: Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito. Abramo circoncise suo figlio Isacco, quando questi ebbe otto giorni,
come Dio gli aveva comandato.
Es 4,25: Allora Zippora prese una selce tagliente, recise il prepuzio del figlio e con quello gli toccò i piedi e disse: “Tu sei per me uno sposo di sangue”.
Lv 12,3: L’ottavo giorno si circonciderà il bambino.
Gs 5,8: Quando si terminò di circoncidere tutta la nazione, rimasero al loro posto nell’accampamento finché furono guariti.
Gv 7,22-23: Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora se un uomo
riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?
At 7,8; Fil 3,5.
v 60 2 Sam 12,25: Il Signore amò Salomone e mandò il profeta Natan, che lo chiamò Iedidià per ordine del Signore.
Is 8,3: Poi mi unii alla profetessa, la quale concepì e partorì un figlio. Il Signore mi disse: “Chiamalo Mahèr-salàl-cash-baz”.
Mt 1,25; Lc 1,13.
v 61 Lc 1,22: Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
v 63 Pr 3,3: Bontà e fedeltà non ti abbandonino; lègale intorno al tuo collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore,
Is 30,8: Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un documento, perché resti per il futuro in testimonianza perenne.
Ger 17,1; Ab 2,2; Lc 1,13.
v 64 Es 4,15-16: Tu gli parlerai e metterai sulla sua bocca le parole da dire e io sarò con te e con lui mentre parlate e vi suggerirò quello che dovrete fare.
Parlerà lui al popolo per te: allora egli sarà per te come bocca e tu farai per lui le veci di Dio.
Sal 51,15: Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.
Sal 118,18-19: Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. Apritemi le porte della giustizia: voglio entrarvi e rendere grazie al
Signore.
Is 12,1; Ez 3,27; Ez 29,21; Ez 33,22; Mt 9,33; Mc 7,32-37; Lc 1,20.
v 65 Gs 10,6.40: Allora gli uomini di Gàbaon mandarono a dire a Giosuè, all’accampamento di Gàlgala: “Non privare del tuo aiuto i tuoi servi. Vieni presto da
noi; salvaci e aiutaci, perché si sono alleati contro di noi tutti i re degli Amorrei, che abitano sulle montagne”. Così Giosuè battè tutto il paese: le montagne, il
Negheb, il bassopiano, le pendici e tutti i loro re. Non lasciò alcun superstite e votò allo sterminio ogni essere che respira, come aveva comandato il Signore,
Dio di Israele.
Lc 1,39; At 2,43; At 5,5.11; At 19,17.
v 66 1Re 18,46: La mano del Signore fu sopra Elia che, cintosi i fianchi, corse davanti ad Acab finché giunse a Izrèel.
2 Re 3,15: Ora cercatemi un suonatore di cetra”. Mentre il suonatore arpeggiava, cantando, la mano del Signore fu sopra Eliseo.
Sal 80,18; At 11,21.
v 80 Gdc 13,24-25: Poi la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò a investirlo
quando era a Macane-Dan, fra Zorea ed Estaol.
1Sam 3,19-20: Samuele acquistò autorità poiché il Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. Perciò tutto Israele, da Dan fino a
Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del Signore.
Mt 3,1; Mt 11,7; Mc 1,3-4; Gv 1,31; Lc 2,40.52.
Note del testo
La natività di Giovanni Battista richiama immediatamente quella di Gesù: la nascita miracolosa del Precursore, generato da un padre anziano e da una madre
sterile, non avevano infatti altro scopo che quello di preparare la venuta imminente del Salvatore. L’amico doveva nascere prima dello Sposo, il servo prima del
suo Signore, la voce prima del Verbo, il messaggero prima del giudice, il riscattato prima del Redentore. Giovanni è stato precursore del Cristo con la sua
nascita, la sua predicazione, il suo battesimo, la sua morte. La sua figura diventa modello per ogni cristiano che deve disegnare il suo profilo interiore su quello
del suo Signore. Giovanni è il discepolo vero del Signore; lo precede nel tempo, ma in realtà lo segue, nella vita e nella morte. La sua vita è sequela di Gesù
nel martirio e nella testimonianza. Il compito del Battista era quello di orientare i cuori verso Gesù, di preparare un popolo ben disposto al Signore Gesù. Così il
vero discepolo a cui preme il regno di Dio dev’essere capace di essere come un indice puntato verso il suo Signore, deve dirottare l’attenzione su Dio, deve
proclamare non le sue tesi ma la volontà divina, deve gioire quando vede che gli altri non si fermano presso di lui, ma accorrono a colui che egli ha indicato.
Era giusto che fosse chiamato “voce” colui che veniva dopo le altre profezie. La festa di Giovanni non è di Giovanni ma del Signore. Oggi è giorno di gioia
perché è prossimo il giorno in cui la Parola sarà annunciata.
La liturgia pone come I lettura il secondo canto del servo del Signore, scelto da Dio fin dal seno materno. Molte delle qualità del servo del Signore sono in effetti
trasponibili alla figura del Battista. Conosciuto e chiamato fin dal grembo materno, il servo riceve di poter parlare nel nome del Signore. Le immagini che applica
a se stesso evocano una vocazione alla battaglia: spada affilata nella mano del Signore, freccia appuntita nella sua faretra. Ma si tratta sempre di metafore
riferite alla parola. Il servo allora riceve l’assicurazione che la sua parola avrà la forza della spada affilata, perché Dio intende manifestare in lui la sua gloria.
(A): L’evangelista presenta i futuri genitori di Giovanni il Battista: Zaccaria (Dio si ricorda) e la sua sposa Elisabetta (il mio Dio è giuramento). Zaccaria ed
Elisabetta sono presentati come ‘giusti’, cioè raffigurano i credenti dell’AT con le loro speranze e la loro vita di fede, spesso sofferta. La loro condizione di
irrimediabile; sul fallimento di ogni possibilità umana Dio scriverà l’inizio di un momento decisivo della storia della salvezza.
(B): Per capire Giovanni Battista non bisogna guardare lui, ma guardare Gesù. Per cogliere il senso della sua missione non bisogna fermarsi alle sue parole o
alla sua persona, ma a colui al quale le sue parole si riferiscono e al quale la sua vocazione è subordinata: “uno, al quale io non sono degno di sciogliere i
sandali”. Dunque, Giovanni Battista è il grande strumento del Signore; che il Signore si è preparato e attraverso cui il Signore realizza il suo progetto di fare
arrivare la luce fino agli estremi confini della terra. Quindi una grande vocazione di Giovanni, ma nello stesso tempo una vocazione di puro servizio e di
nascondimento, orientata a fare emergere il significato e il valore di qualcun altro e di qualcos’altro, cioè di quello che Dio vuole realizzare.
(C): Giovanni Battista ha un’origine misteriosa e divina, e ha un compito anch’esso misterioso e divino che va di là della sua identità umana. La nascita di
Giovanni Battista non è normale. C’è stato di mezzo una sterilità, un’incapacità e un’impossibilità umana; c’è l’opera di Dio. L’opera di Dio è in ogni bambino
che nasce, ma in questo bambino l’opera di Dio si manifesta in un modo particolarmente intenso, perché “Dio ha esaltato in Elisabetta la sua misericordia”.
(D): Secondo le prescrizioni di Gen 17,12 il bambino viene circonciso nell’ottavo giorno. Ma anche in questo caso non è la circoncisione che interessa, bensì
l’imposizione del nome. È il nome indicato dall’angelo nell’annuncio a Zaccaria, non un nome determinato dalle consuetudini familiari. L’azione di Dio non è
prigioniera delle consuetudini. Giovanni è un dono della misericordia di Dio, e Dio vuole per lui un nome che ne dica l’identità e la missione, non un nome che
semplicemente indica la parentela. Giovanni – che significa “Dio fa grazia” – è il nome adatto.
(E): La Scrittura ci parla di una verità che la attraversa: la storia è sotto il governo di Dio. Il Signore della storia è Dio ed Egli la guida nella sua provvidenza. La
questione del nome di Giovanni va in questo senso. ‘Non c’è nessuno della tua parentela che porti questo nome’ dicono ad Elisabetta. La genealogia viene dal
passato e va verso il futuro. Elisabetta ci dice che c’è una storia che viene dal futuro. La novità del nome di Giovanni è la novità di Dio. Nella prima lettura c’è
una investitura. La reazione del profeta è: invano ho faticato. Questa è la grande tentazione ma anche la legge dell’opera di Dio. L’intervento di Dio passa
sempre attraverso un apparente ‘scacco’. La morte di Giovanni e di Gesù sono una sconfitta per il mondo; Dio usa le sconfitte di Giovanni e di Gesù, ma se noi
oggi siamo qui è per quella morte e per quella sconfitta. Il Signore ci dice: non temere, Io guido la storia e l’unica cosa che ti chiedo è di affidarti a me.
(F): Nel momento in cui Elisabetta riafferma con forza che il nome di quel bimbo dovrà essere Giovanni, allora dicono: non c’è nessuno della tua parentela che
si chiami con questo nome. C’è una condizione nuova che attraverso il nome dato a questo bambino viene a realizzarsi. C’è una parentela interrotta. Il nuovo
modo di essere di Dio e il suo fare grazia rappresenta una novità: non c’è continuità con le parentele degli uomini; non è una parentela quella che siamo
chiamati a vivere, ma è una cosa nuova. Questa cosa nuova è appunto che Dio fa grazia. Dio fa grazia attraverso una persona che è Giovanni. Allora ogni
persona può essere Dio che fa grazia. Ogni persona può dare origine a dei legami non di parentela ma di misericordia.
(G): Nella disputa del nome si confrontano due modi di vedere la vita: quello di chi si limita a registrare i fatti, anche gioiosi, che accadono e quello che invece
ha scoperto che la vita e la storia degli uomini sono guidate da Dio. Non è scontato che Zaccaria confermi che il nome dovrà essere quello stabilito: è invece
importante che lo faccia, perché il progetto è di Dio, ma è necessario che l’uomo lo faccia proprio.
(H): Di fronte all’agire di Dio c’è la meraviglia, c’è il timore, c’è la gioia. Sono tutti sentimenti che si troveranno anche di fronte a Gesù e sono anche i sentimenti
che accadono nel mattino di Pasqua: la gioia, il timore, la meraviglia. Attenzione, dunque, con tutti coloro con i quali Dio fa grazia. In tutti coloro nei quali Dio ha
deciso di fare grazia, in tutti i nati dalle sterili, in tutti coloro che hanno messo a tacere gli increduli vengono anticipati quelli che sono i dati della passione.
Prefazio suggerito: “Noi ti lodiamo per le meraviglie operate in Giovanni Battista, che fra tutti i nati di donna hai eletto e consacrato a preparare la via a Cristo
Signore. Presentando la sua venuta, egli sussultò di gioia nel seno materno, e nella nascita prodigiosa preannunciò la gioia della redenzione, e solo tra tutti i
profeti, indicò finalmente l’Agnello del nostro riscatto. Egli battezzò nelle acque del Giordano lo stesso tuo Figlio, autore del Battesimo, e sigillò la sua
testimonianza a Cristo con l’effusione del sangue” (prefazio proprio)

Diaconia N. 12, 2006





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